Il nuovo decreto anticorruzione all’esame alla Camera, prevede l’innalzamento da 1 a 5 anni della durata minima delle misure interdittive previste dal D:lgs 231/01, tra cui la revoca di autorizzazioni e licenze, l’interdizione dall’attività e il divieto di contrattare la PA.
Per arginare il fenomeno corruttivo, alla responsabilità penale del soggetto che ha materialmente compiuto il crimine, il D.lgs 231/01 ha affiancato la cosiddetta “colpa di organizzazione”, che sancisce al verificarsi di uno dei reati presupposto, severe sanzioni “para-penali” per enti, aziende, organizzazioni che hanno ospitato i medesimi.
Per tutelare la singola azienda/ente/organizzazione l’unico sistema è di realizzare un modello 231 adeguato che da un lato non “ingessi” l’azienda con ulteriore procedure vincolanti, e dall’altro assicuri una tenuta “legale” perfetta.
Le aree in cui più frequentemente si possono verificare i reati “presupposto” sono le seguenti:
_ Gestione del personale
_ Sicurezza del lavoro e ambiente
_ Gestione dei rapporti con la PA
_ Gestione delle sponsorizzazioni
_ Gestione delle consulenze
_ Gestione delle risorse finanziarie
Su Alert 231 è disponibile la tabella di confronto:
Area di rischio e misure da applicare
L’articolo continua su Come evitare le sanzioni 231 – misure pratiche da applicare – Parte 2